Il rivestimento superficiale PVD ha trovato in passato larga applicazione soprattutto nell’industria della lavorazione meccanica, in cui gli utensili e gli stampi sono soggetti ad usura severa, dovuta agli elevati sforzi e temperature di contatto con il materiale da lavorare. Oggi il 90% degli utensili è in grado di soddisfare i requisiti di produttività grazie anche al rivestimento sottile che vi è stato applicato. Le proprietà dei rivestimenti PVD riducono i fenomeni d’usura abrasiva e adesiva, aumentando la velocità di lavorazione nel taglio dei metalli e la vita operativa dello stampo, eliminano le influenze chimiche (corrosione e ossidazione a caldo) e termiche, l’attrito e il grippaggio.

I settori di applicazione dei rivestimenti PVD oggi sono innumerevoli. Alcuni esempi sono:
- strumenti da taglio meccanico: creatori, punte, frese, maschi, inserti;
- strumenti per la formatura a freddo e a caldo: stampi, punzoni;
- componenti meccanica di precisione: valvole, pompe;
- componenti per la pressofusione dell’alluminio;
- componenti in lega di titanio per impiego in motori da competizione e aeronautico;
- componenti in macchine automatiche ad elevata cadenza di lavorazione;
- stampi per la formatura a caldo della plastica.
Ai rivestimenti più canonici PVD si aggiunge l’ormai noto DLC, che aggiunge alle proprietà di durezza estrema e stabilità chimica anche la grande riduzione dei coefficienti di attrito, con riduzione dell’usura a lungo termine.
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